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AMIANTO NELL'EDILIZIA
aggiornata il: 01/10/00


a cura di:
ing. Marco Sottile
marco.sottile@tiscalinet.it

AMIANTO

PREMESSE

I danni alla salute dovuti alla presenza di amianto nelle costruzioni sono ormai ampiamente dimostrati.

E’ particolarmente dannoso respirare polveri contenenti percentuali di amianto superiori a 2 fibre per litro d’aria (D.P.R. 493/96). In realtà tutte le sostanze che si polverizzano in particelle estremamente fini sono più o meno dannose alla salute (cemento, fibra di vetro, lana di roccia, ecc.).

I problemi maggiori si hanno quindi durante i lavori di manutenzione, di ristrutturazione o di demolizione dei fabbricati contenenti amianto, quando è sicuramente maggiore la probabilità di avere polveri di questo tipo.

Già da alcuni anni (Decreto Ministeriale del 6 settembre 1994) tutti i proprietari di immobili hanno dovuto eseguire un "censimento" dei loro fabbricati; tale censimento consiste in una dettagliata ricerca e classificazione dei possibili materiali contenenti amianto.

Date le ottime caratteristiche isolanti dell’amianto questo è stato usato per lo più come rivestimento isolante di vecchie tubazioni dell’impianto di riscaldamento o come guarnizione dei portelloni delle caldaie; in questi casi i pericoli maggiori si hanno durante le operazione di smantellamento.

E’ stato anche per lungo tempo usato nelle coperture in fibrocemento; in tale caso anche il dilavamento dovuto alle piogge può provocare presenza di fibre di amianto nell’aria. Le massime precauzioni comunque anche in questo caso devono essere prese durante i lavori di rimozione.

Un ulteriore utilizzo di amianto è stato nei pavimenti in linoleum.

PROCEDURE DI RIMOZIONE E SMALTIMENTO

Una volta che dalla mappatura dell’edificio si è a conoscenza della presenza di amianto le procedure previste dalla legge per il trattamento dei materiali inquinanti è il seguente:

  1. l’area di intervento;

  2. il metodo previsto per l’intervento di bonifica ed i tempi relativi;

  3. l’organizzazione del cantiere che deve prevedere innanzitutto il confinamento statico e dinamico della zona dei lavori. Si intende per confinamento statico il rivestimento totale di tale zona con teli in polietilene in modo da raccogliere tutte le polveri prodotte durante l’intervento, mentre per confinamento dinamico si intende la realizzazione di un impianto di aspirazione dell’aria con particolari filtri in modo da mantenere l’area di lavoro in stato di depressione per tutta la durata dei lavori;

  4. l’installazione delle unità di decontaminazione modulari per il personale addetto ai lavori di bonifica (U.D.P.) e per i materiali di risulta (U.D.M.). Tali unità sono costituite da locali prefabbricati posti in serie e mai in comunicazione contemporanea tra di loro per permettere agli addetti di entrare ed uscire dalla zona d’intervento seguendo le necessarie procedure si pulizia personale e degli indumenti di lavoro;

  5. i dispositivi di protezione personale degli addetti (tute, guanti, stivali, maschere);

  6. le procedure di accesso ed uscita dalle zone di lavoro;

  7. le tecniche di rimozione ed insaccamento dei materiali inquinanti;

  8. le procedure di imballaggio e di allontanamento dal cantiere dei materiali inquinanti;

  9. il monitoraggio di controllo dei risultati della bonifica.

 

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